Comunicato stampa Sindaci Anguillara Sabazia, Bracciano e Trevignano Romano
Se come dice Virginia Raggi, nonostante la fine delle captazioni “Roma non resterà a secco e nessuno sarà privato del bene più prezioso” non si capisce perché la Sindaca di Roma continui ad opporsi alla determinazione della Regione Lazio che punta a definire regole chiare per l’utilizzo delle acque del Lago di Bracciano. Raggi, ritiri subito il mandato ai suoi avvocati e fermi l’ennesimo ricorso contro la determinazione della Regione Lazio.
“Le parole della Sindaca Raggi – spiegano in una nota i Sindaci dei comuni di Bracciano, Anguillara Sabazia e Trevignano Romano – devono essere accompagnati da atti concreti e coerenti che fino ad oggi sono mancati”.
Nella nota apparsa ieri sul suo profilo facebook, Virginia Raggi, ha tentato di attribuirsi il merito di un modesto miglioramento del livello del lago, nel tentativo di cancellare e di far dimenticare ai propri follower un anno e mezzo in cui, davanti a una emergenza ambientale evidente, lei e il management Acea, non hanno fatto altro che negare ogni realtà, opponendosi a qualsiasi discussione in merito al Lago di Bracciano.
Le istituzioni del Lago, insieme alle associazioni e ai cittadini dei comuni rivieraschi già da ’autunno 2016 e poi per tutto l’inverno e la primavera del 2017 avevano iniziato a segnalare l’anomalia del lago che non tornava a crescere al termine dell’estate.
Durante questi mesi da parte della Raggi c’è stato il silenzio assoluto mentre, dal canto suo, Acea comunicava che i prelievi sarebbero aumentati, anziché diminuire. Per mesi ogni forma di denuncia è stata bollata come iniziativa politica strumentale volta solo a screditare la Sindaca. Raggi si è opposta con ogni mezzo a qualsiasi intervento che provasse a fermare questa situazione. Quando, esattamente un anno fa, (21 luglio 2017) la Regione Lazio è intervenuta con una prima ordinanza per bloccare le captazioni, Raggi e Acea hanno scatenato una vera e propria mobilitazione contro il provvedimento arrivando a paventare il razionamento dell’acqua per un milione e mezzo di cittadini romani e denunciando un rischio di approvvigionamento per gli ospedali della capitale. Una campagna di informazione che è stata poi smentita dai fatti: anche senza le captazioni da Bracciano – Acea le ha interrotte il 12 settembre del 2017 – i cittadini romani non hanno subito alcun razionamento.
Oggi, le parole della sindaca sono lì a dimostrare che non solo non c’era nessun rischio, ma che se si fosse intervenuti per tempo si sarebbe potuto evitare di sprecare l’acqua preziosa raccolta nel bacino del lago di Bracciano. Eppure, nonostante ogni evidenza, Virginia Raggi continua ad affiancare Acea contro la seconda determinazione della Regione che punta a regolare l’uso della risorsa idrica del lago di Bracciano e che impone uno stop alle captazioni almeno fino a quando il lago non sarà rientrato nei suoi limiti di oscillazione naturali (siamo a circa un metro sotto i livelli medi, con una perdita stimata di circa 57 milioni di metri cubi d’acqua). Così, mentre su facebook la Sindaca tenta di accreditarsi meriti che non ha, i suoi avvocati e quelli di Acea sono sul sentiero di guerra contro ogni forma di regolazione dell’uso dell’acqua del lago di Bracciano perchè lo considerano un asset aziendale.
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