Domani udienza al Tribunale Superiore Acque Pubbliche
Chiediamo il rigetto in toto del ricorso Acea Ato 2 e dell’atto di intervento ad adiuvandum del Comune di Roma. Alla vigilia dell’udienza dinanzi al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche fissata per domani 7 novembre il Comitato per la difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano chiede che venga respinta la richiesta di Acea Ato 2 che chiede l’annullamento della deliberazione regionale che sottopone ad autorizzazione eventuali nuovi prelievi dal lago di Bracciano.
Il Comitato ribadisce che l’intera vicenda ha messo a nudo un uso spregiudicato di una risorsa naturale, inserita in un Parco regionale, da parte di un’azienda che l’ha meramente sfruttata come fosse una vasca di accumulo e non considerandola invece un ecosistema protetto.
Il danno è evidente. Ad oggi il lago è sotto di un metro e 62 centimetri (alla data del 5 novembre) rispetto allo zero naturale.
Lasciare mano libera ad Acea Ato 2 significherebbe esporre il lago a nuovi danni. A distanza di tempo confidando in Giove Pluvio, Acea Acea 2 non ha investito un centesimo nel ristorare il danno che ha causato all’intera economia lacustre se si escludono alcune riparazioni alla rete che hanno ridotto – ma perché non è stato fatto prima? – le perdite dal 45 per cento al 37 per cento.
Assieme al rigetto del ricorso da parte del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche è necessario che si mettano in campo azioni utili a ripristinare la situazione quo ante prevedendo, come proponiamo da tempo, anche investimenti importanti tra i quali, a nostro avviso, rientra il progetto per riportare entro il bacino imbrifero del lago le acque, opportunamente trattate, del depuratore Cobis che attualmente confluiscono nell’Arrone e quindi al mare e che comprendono anche molte delle acque piovane che cadono sul territorio.
Nel prendere atto della preziosa azione congiunta del Parco di Bracciano-Martignano e dei Comuni rivieraschi che rappresentano i territori in udienza, il Comitato invita la Procura della Repubblica di Civitavecchia a concludere le indagini, avviate su nostro esposto congiuntamente all’allora deputato Emiliano Minnucci, oggi consigliere regionale, e a disporre quanto prima rinvii a giudizio di eventuali responsabili.
Riteniamo inoltre scandalosa l’inerzia del Ministero dell’Ambiente al quale secondo legge spetta la competenza di attivarsi per il ristoro del danno ambientale.
Riteniamo infine vergognoso l’atteggiamento della sindaca di Roma Virginia Raggi, al netto delle intercettazioni rese pubbliche con l’ex amministratore delegato Luca Lanzalone – che, dimenticando di essere anche sindaca metropolitana, presenta un atto di intervento ad adiuvandum dimostrando solo di avere a cuore il 51 per cento dei dividendi di una spa che peraltro getta fumo negli occhi degli utenti con pubblicità ingannevoli e con sponsorizzazioni di eventi culturali ma non avviando investimenti infrastrutturali a tutela davvero di sorella acqua.
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