Bracciano, 24 febbraio 2018 – “E’ vergognoso che Acea Ato 2 Spa abbia per l’ennesima volta impugnato il provvedimento della Regione Lazio con il quale si garantiva la tutela delle acque del Lago di Bracciano e dell’ecosistema e si regolava anche l’eventuale utilizzo a fini idropotabili delle acque del Lago”.
E’ quanto affermano le Istituzioni del Lago di Bracciano alla notizia dell’ennesimo ricorso depositato al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche contro la determinazione della Regione Lazio del 27 dicembre scorso.
“La decisione di Acea – sostengono le Istituzioni del Lago – dimostra in maniera chiara e inequivocabile che l’interesse non è quello di garantire la fornitura di acqua alla Città, ma solo di tutelare il proprio interesse patrimoniale considerando il Lago come una illimitata fonte idrica da sfruttare in modo indiscriminato e per soli fini termini economici anche calpestando ogni forma di tutela ambientale”.
In realtà con il provvedimento della Regione Lazio, tra l’altro, non solo si introduce un limite di quota e di sicurezza per tutelare e salvaguardare i livelli del Lago (metri 161,90 sul livello del mare), ma si attribuisce anche il potere di controllo e di autorizzazione al prelievo alla Regione Lazio e si introduce anche un obbligo di trasferimento dei dati e della realizzazione degli impianti chiusura automatizzati, mettendo fine, in questo modo, alla anomalia con cui il Gestore è al contempo, controllore del controllato.
“E’ evidente – sostengono le Istituzioni del Lago- che è proprio questa perdita di potere assoluto sulla gestione delle acque del Lago che ha provocato questa reazione scomposta e irragionevole da parte di Acea Ato2 Spa”.
Le 24 pagine del ricorso sono un elenco di affermazioni che puntano a negare fatti che sono sotto gli occhi di tutti. Per esempio si nega che sia stato dimostrato il danno ambientale quando invece basta andare in qualsiasi punto del Lago per rendersi conto del grave, gravissimo danno arrecato agli ecosistemi lacustri. Per avvalorare questa assurda posizione, Acea ATO 2 Spa non si fa scrupolo di ignorare le meticolose e approfondite relazioni tecnico-scientifiche con le quali l’ISPRA ha evidenziato le gravi responsabilità dei prelievi e i danni provocati all’ecosistema Lago.
Al contrario, Acea torna con enfasi eccessiva e fuori della realtà ad agitare lo spauracchio del rischio igienico sanitario per la città di Roma. In questi sei mesi in cui non ci sono state captazioni dal Lago di Bracciano non c’è stato alcun rischio di danno alla salute pubblica, ne si sono visti interventi strutturali volti a rimuovere le cause di questo rischio. “Suggeriamo ad Acea di risparmiare i soldi per i ricorsi per utilizzarli, più utilmente, alla realizzazione di sistemi di gestione delle emergenze idriche degli ospedali della capitale”.
Le Istituzioni del Lago hanno dato mandato ai legali per opporsi a questo ennesimo tentativo di Acea Ato 2 Spa di prevaricare il Lago, il territorio e i loro abitanti. Risulta paradossale che gli unici che si muovono a tutela di un ecosistema che è anche patrimonio di 4 milioni di cittadini dell’ATO2 che Acea Ato2 Spa ha il dovere di tutelare e non solo di sfruttare, siano i Comuni del Lago, Il Parco Naturale regionale di Bracciano-Martignano, il Consorzio di Navigazione e la Regione Lazio.
A questo punto mentre andiamo incontro ad una seconda stagione di forti contrasti, deve essere ben chiara che la nostra disponibilità a discutere con un interlocutore sordo e insensibile e che ha a cuore solo gli utili degli azionisti è terminata.
Le Istituzioni del Lago:
Sabrina Anselmo, Sindaca di Anguillara Sabazia, Claudia Maciucchi, Sindaca di Trevignano
Romano, Armando Tondinelli, Sindaco di Bracciano, Vittorio Lorenzetti, Presidente del Parco
regionale di Bracciano-Martignano, Renato Cozzella, Presidente del Consorzio di Navigazione del
Lago di Bracciano.
Uff. stampa: Emanuele Perugini
Ci siamo anche noi cittadini pronti a difendere il nostro patrimonio naturale di fronte a questo vero e proprio scempio