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Con il primo settembre siamo entrati in un momento davvero importante per le sorti del lago, almeno dal punto di vista idrologico. Tra settembre e dicembre dovrebbero cadere gran parte di quelle piogge che hanno un peso importante ai fini della ricostituzione della riserva idrica del lago. Secondo le medie storiche misurate presso la Stazione Meteorologica di Vigna di Valle e calcolate sul periodo 1981-2010, si tratta di circa 383 millimetri così distribuiti: 89,4 mm a settembre e poi 153,7 ad ottobre e 139,9 a novembre. La stagione successiva, quella invernale è mediamente un po’ più siccitosa con almeno dieci centimetri in meno di precipitazioni attese, mentre la primavera  in genera porta a un contributo di soli 210 millimetri.

Proprio lo scorso anno, il 10 settembre, sul lago arrivarono le prime piogge che ebbero un incoraggiante effetto sul livello dell’acqua (Apri il link e vedi il grafico in basso alla pagina). Purtroppo, quello rimase un episodio isolato e la siccità continuò fino alla fine di novembre, quando il lago aveva ormai raggiunto il suo livello più basso da quando si è cominciato a misurarlo: – 198 cm (29 novembre 2017). Quella siccità così prolungata ha poi causato anche la scarsa ripresa che abbiamo misurato quest’anno. Se infatti aggiungiamo alla quota idrometrica attuale -165 cm sotto lo zero – le piogge che sono mancate rispetto alla media (circa 280 millimetri)  otteniamo un livello che rientra all’interno di un range di oscillazione già sperimentato dal lago, ovvero -137 centimetri. Il record negativo precedente era del 2018 con meno 148 cm. Ora siamo circa 15 cm più in basso di quel record.

Non ci resta dunque che incrociare le dita e sperare che i prossimi mesi portino acqua a sufficienza per riportare il lago in salute. Se pioverà in linea coi livelli medi registrati, al 30 novembre dovremmo avere il lago intorno a quota meno 127; a fine febbraio si troverebbe invece a circa meno 99 cm.

 

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