E’ stata appena pubblicata la relazione dell’Ispra in cui, in maniera dettagliata i ricercatori dell’ente di ricerca per la protezione dell’ambiente riportano le conclusioni sulle loro ispezione (tre in tutto) effettuate sul lago di Bracciano. Si tratta di un documento molto articolato di 52 pagine in cui si mette nero su bianco tutti i fattori che hanno portato a questa situazione.
Pubblichiamo qui sotto le conclusioni del rapporto e anche l’intero pdf del documento.
Nel frattempo il lago continua a scendere: oggi siamo a circa meno 195 centimetri.
Tratto da “Relazione Ispra 18/10/2017”
CONSIDERAZIONI FINALI E RACCOMANDAZIONI
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“I sopralluoghi effettuati tra luglio e settembre 2017 hanno evidenziato la riduzione, il degrado e la perturbazione degli habitat 3130, 3140, 3150 e 92A0. Tali habitat hanno fortemente risentito degli effetti della riduzione continua dei livelli idrometrici del lago. Pertanto ai sensi del Report on Implementation Measures (Article 17, Habitats Directive) sono per essi richieste misure per mitigare o eliminare le minacce allo stato di conservazione riconducibili alla categoria “J02: human induced changes in hydraulic conditions”. In particolare, al 18 settembre 2017, l’habitat 3130 era in emersione nel 90% dei siti indagati, risultando sostituito in alcune stazioni per i 2/3 da vegetazione antropofila e igronitrofila. L’habitat 3140 aveva ridotto la sua estensione di almeno il 20%, in parte essiccandosi completamente, in parte secondo i dati forniti dall’Ente Parco (2017) riducendo la profondità di chiusura della vegetazione che è passata dai -19 ÷ -25 m misurati nel 2010 ai -16,5 ÷ -18,5 m attuali, con un arretramento generalizzato tra i 20 e i 50 metri lineari (misurati su campo) dovuti all’avanzamento della linea di costa. Analoghe percentuali si possono stimare per l’habitat 3150. L’habitat 92A0 si mostrava in disseccamento, con percentuali fino al 60% per Salix alba e fino al 20% per Alnus glutinosa. In tutti i casi sono state accertate cospicue ingressioni di specie igronitrofile e antropofile. Inoltre, come mostrato dalla Figura 60, sono stati ritrovati numerosi gusci spiaggiati di molluschi appartenenti al genere Bythinia. Tale moria potrebbe essere stata indotta dalla sottrazione dell’habitat elettivo di tale specie, a seguito della continua diminuzione del livello del Lago. La scomparsa di habitat, infatti, ha come conseguenza la perdita di organismi che in questi habitat trovano rifugio, cibo e luogo di riproduzione.
Particolare attenzione dovrà essere quindi rivolta al monitoraggio e ai censimenti invernali di gennaio 2018 dell’avifauna acquatica, che dovranno consentire la valutazione degli effetti delle criticità climatiche estive in particolare sulle popolazioni di Fistione turco (Netta rufina), per la quale Bracciano rappresenta uno dei capisaldi nazionali. Come sopra detto, nel corso dei sopralluoghi sono state riscontrate ingenti quantità di macrofite in decomposizione in particolare di Characeae spiaggiate lungo le sponde lacustri. Si ritiene opportuno provvedere alla rimozione di tale biomassa vegetale dalle sponde, al fine di evitare che, per effetto di successivi eventi di pioggia intensi o di lunga durata e l’innalzamento del livello idrometrico, tale materiale sia re-immesso nel lago compromettendo la qualità delle acque. In sintesi, la gravità dell’attuale stato di conservazione di alcuni habitat presenti nella ZCS/ZPS in cui ricade il lago, richiede che si pongano in essere adeguate misure di conservazione atte a evitare un’ulteriore compromissione degli habitat stessi. Poiché la concessione d’uso della risorsa idrica (D.M. 16 giugno 1990) è avvenuta antecedentemente alla designazione del SIC/ZSC e della ZPS (D.G.R. 2146/96), non possono essere previste misure di mitigazione e compensazione, previa Valutazione di Incidenza, come previsto dall’art. 6 della Direttiva Habitat. Tuttavia, potrebbero essere previste misure di recupero dello stato degli habitat
interferiti e/o una Valutazione d’Incidenza in caso vi fosse una modifica delle captazioni idriche rispetto a quelle stabilite dalla concessione d’uso sopra citata. Inoltre, si rileva che, ai fini degli adempimenti previsti dall’art. 6.2 della Direttiva Habitat per le ZSC, le “Misure di conservazione del SIC IT6030010 “Lago di Bracciano” a Zona Speciale di Conservazione” (BUR Regione Lazio n. 34 Suppl. n. 2 del 28/04/2016) citate nel par. 6, che prevedono il divieto di danneggiamento della vegetazione acquatica sommersa e semisommersa degli habitat 3150, 3140, 3130 e dell’habitat 92A0, devono essere considerate nella gestione che interessa il corpo idrico e gli habitat connessi del Lago di Bracciano.
Le attuali conoscenze e i sistemi di monitoraggio non sono in grado di fornire un quadro diagnostico atto a garantire una gestione adattiva della risorsa idrica e la tutela dei corpi idrici e degli ecosistemi da essi dipendenti, richieste dalla normativa vigente. 54 Occorre dunque caratterizzare il sistema fisico superficiale e sotterraneo, necessario a costruire un modello concettuale di bilancio idrico fisicamente basato, e le pressioni esercitate su di esso (prelievi, immissioni, etc.), anche al fine di indirizzare la definizione della rete di monitoraggio quantitativo. La rete dovrà raccogliere dati meteoclimatici (precipitazioni e temperature), idrologici (livelli lacustri e portate dell’emissario) e idrogeologici (livelli piezometrici e portate delle sorgenti). Attualmente non si conosce lo stato quantitativo del corpo idrico sotterraneo, che misura lo stato della ricarica rinnovabile della falda di cui il lago è affioramento; non ci sono misure sistematiche delle portate sull’emissario del lago (Arrone) e l’unico idrometro relativo al livello lacustre e operativo da un tempo sufficientemente lungo tale da permettere valutazioni statisticamente robuste è quello dell’ACEA.
Si sottolinea inoltre che l’unica batimetria disponibile, necessaria per valutare i volumi lacustri e collegarli ai livelli, nonché ad orientare il monitoraggio quali-quantitativo, risale al 1969 con evidente necessità di aggiornamento. Infine, non sono disponibili i dati sui prelievi dal lago e dai corpi idrici collegati che sono essenziali per la stima del bilancio idrico e per informare l’analisi delle pressioni, analisi che potrebbe evidenziare come significative proprio le pressioni di tipo quantitativo. Occorrerà procedere al monitoraggio quantitativo in continuo per valutare l’alterazione dei parametri idro-morfologici e accompagnare al monitoraggio chimico-fisico quello biologico (fitoplancton, benthos, fauna ittica) che non è attualmente effettuato, impostando e se del caso riformulando la rete di monitoraggio ambientale del lago (e dei corpi idrici collegati). Ciò consentirebbe anche di approfondire le complesse relazioni che intercorrono tra livelli idrici e stato degli habitat e di stabilire modalità e tipologia delle eventuali azioni di recupero e tutela degli habitat stessi.
Dalle elaborazioni effettuate mediante il bilancio idrologico preliminare del lago di Bracciano a scala mensile dal gennaio 2007 all’agosto 2017 è emersa chiaramente una notevole influenza di tutti i prelievi sul livello del lago.
Leggi qui i dati sui prelievi
I prelievi degli anni precedenti hanno un’evidente influenza sui livelli attuali. Si è costatato altresì che nei periodi siccitosi in cui l’afflusso totale al lago è trasformato quasi interamente in evaporazione dallo specchio liquido non viene mantenuta la condizione di equilibrio del lago a causa dell’aumento dei prelievi. È necessario, comunque, approfondire l’analisi e disporre di stime attendibili soprattutto per quanto riguarda i prelievi diffusi da pozzi e la caratterizzazione del complesso fenomeno dell’alimentazione del lago da parte delle acque sotterranee”.
Estratto da pagina 52 della relazione ISPRA rilasciata il 18/10/2017
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